“Materia – le forme del contemporaneo nella scultura” – antico Foro Annonario, Senigallia – 2024
(…) Tra le tante pregevoli opere presenti almeno tre si possono riconoscere come presenze diversificate per l’utilizzo di una contaminazione evidente del linguaggio che esprimono che apparentemente non è solo scultura. Sono tre opere prodotte non da scultori, ma come almeno due di loro preferiscono definirsi “operatori visivi”: la contaminazione dei linguaggi, la presenza di elementi tridimensionali, ma anche del segno bidimensionale, di materiali eterogenei, della parola stessa, è una costante nel loro lavoro.
In ogni caso in queste tre opere c’è il “togliere o l’aggiungere” materia su materia, tipico della scultura, per svelare all’interno della materia ciò che è nascosto. E questo togliere e aggiungere è programmaticamente demandato e realizzato da chi il marmo lo lavora attraverso la mediazione progettuale che comunica il pensiero; il lavoro realizzato è poi effettivamente prodotto da Senamarmi.