“Attracchi” – Agrate Brianza MI, 1996
(intervento critico in catalogo)
[…] Giorgio Vazza sposta il proprio piano di indagine sulla facoltà visiva. Vari occhi realizzati in legno sono infilati in una corda di undici metri, fatta pendere lungo uno spigolo del palazzo. Il vento o una mano possono fare oscillare quella corda e mutare l’orientamento degli occhi. Ma se molteplici sono le ipotesi visive, in realtà il fluttuare di quegli sguardi è cieco.
Nel legno non può specchiarsi il mondo e la corda lungo cui sono infilati lega gli occhi alla prigionia di quello spigolo.
Tanto in apparenza si moltiplicano le possibilità di vedere, tanto si riducono quelle di saper guardare: condizione allarmante di cecità, denuncia dell’apparente banalità del già visto, così raramente e pienamente visibile.
(Marina Pizziolo)